mercoledì 31 agosto 2011

Come una fame...

“Leggere a me non servì soltanto da risorsa conoscitiva, utile a esplorare il fondo del mio pozzo buio, il più che potessi del lontanissimo cielo: significò soprattutto mangiare, saziare una mia fame degli altri e delle loro vite veridiche o immaginarie: dunque fu in qualche modo una pratica cannibalesca. Come il comunicando, quaerens quem devoret, cerca e mangia nell’ostia il suo dio, io mangiavo nei libri il mondo, la vita, gli uomini, la visione e la storia; mangiavo, autofagicamente, me stesso.



G. Bufalino-Leggere, vizio punito-Cere perse (1982-85)


martedì 30 agosto 2011