martedì 31 gennaio 2012

Io sono un posto.

Sarebbe tutto più semplice se non ti avessero inculcato questa storia del finire da qualche parte, se solo ti avessero insegnato, piuttosto, a essere felice rimanendo immobile. Tutte quelle storie sulla tua strada. Trovare la tua strada. Andare per la tua strada. Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita, magari siamo un crocicchio, il mondo ha bisogno che stiamo fermi, sarebbe un disastro se solo ce ne andassimo, a un certo punto, per la nostra strada, quale strada? Sono gli altri le strade, io sono una piazza, non porto in nessun posto, io sono un posto.


A. Baricco- City- Feltrinelli

lunedì 30 gennaio 2012

Con una parola...

Chi vuole starmi vicino deve assumersi la responsabilità della mia anima. Qualunque idiota può capire come sia facile uccidermi. 
Uno sguardo ben mirato basterebbe. 
Sono convinto che da qualche parte, dentro di me, c'è un punto vulnerabile che chiunque, anche uno sconosciuto, può vedere e colpire. Eliminarmi con una parola. 


D. Grossman - Che tu sia per me il coltello- Mondadori

domenica 29 gennaio 2012

sabato 28 gennaio 2012

venerdì 27 gennaio 2012

POIEIN

 

Restituzione

 

Se della tua bocca non so che la tua voce
E dei tuoi seni solo il verde o l'arancione delle tue bluse, come posso avere la presunzione di
avere di te più della grazia di un'ombra che passa sull'acqua.
Nella memoria porto gesti, la moina che tanto felice mi faceva,
e questo modo di restartene in te stessa, con il curvo riposo
di un'immagine d’avorio.
Non è gran cosa questo tutto che mi resta.
In più opinioni, collere, teorie,
nomi di fratelli e sorelle,
l'indirizzo postale e il numero del telefono,
cinque fotografie, un profumo di capelli,
una pressione di mani piccole fra le quali nessuno direbbe
che mi si nasconde il mondo.
Questo tutto me lo porto senza sforzo, perdendolo poco a poco.
Non inventerò l'inutile menzogna della perpetuità,
meglio passare i ponti con le mani
piene di te,
tirando via a piccoli pezzi il mio ricordo.
Dandolo alle colombe, ai fedeli passeri,
che ti mangino fra canti, arruffio e svolazzi.



J. Cortàzar

giovedì 26 gennaio 2012

Allo specchio...

"Peccato che quel vetro gelido ci separi... che accordo perfetto regnerebbe tra noi" mormora Fräulein Else alla sua immagine riflessa allo specchio per abbandonarsi, subito dopo, a una constatazione sommessa, una terribile lacerazione della psiche: "Ci sono telegrammi e hotel e montagne e stazioni e boschi ma le persone non esistono. Siamo noi ad immaginarne l'esistenza".

A. Schnitzler-La signorina Else- Adelphi







mercoledì 25 gennaio 2012

Almeno un poco...

“Io che l’ho ascoltato,/ per farvi provare lo stesso brivido/ le sue parole cercherò di usare/ e riprodurre la sua cadenza,/ così che la scrittura ‘miserabile’/ somigli almeno un poco  a quella voce”.


Paolo Rumiz-La cotogna di Istanbul-Feltrinelli

martedì 24 gennaio 2012

Senza attenuanti

C'è gente così, gente convinta che tutti i dolori si assomiglino e che esistano formule e intervalli di tempo per superarli. La filosofia stoica della mia Nini è più adeguata in questi casi: "La sofferenza ci chiama, stringiamo i denti", diceva. Un dolore così, dolore dell'anima, non si elimina con medicine, terapie o vacanze; un dolore così lo si soffre, semplicemente, fino in fondo, senza attenuanti, come è giusto che sia. 


I. Allende- Il quaderno di Maya- Feltrinelli

lunedì 23 gennaio 2012

Potrebbe essere la perfezione...

Oceano mare
Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare - il mare - nell'aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord.
La spiaggia. E il mare.
Potrebbe essere la perfezione - immagine per occhi divini - mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità - verità - ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un'inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfezione della spiaggia sterminata. A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero: nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore.

A. Baricco- Oceano mare-Feltrinelli

domenica 22 gennaio 2012

venerdì 20 gennaio 2012

POIEIN




Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia
e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero.
Bisogna vedere quel che non si è visto,
vedere di nuovo quel che si è già visto,
vedere in primavera quel che si è visto in estate,
vedere di giorno quel che si è visto di notte,
con il sole dove la prima volta pioveva,
vedere le messi verdi, il frutto maturo,
la pietra che ha cambiato posto,
l'ombra che non c'era.
Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli,
e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.
Il viaggiatore ritorna subito.

Josè Saramago

giovedì 19 gennaio 2012

E' la distanza...

La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice.

 

 J.Saramago- L'anno della morte di Ricardo Reis- Einaudi

mercoledì 18 gennaio 2012

Sollevato

Quelle volte in cui mi sono svegliato in piena notte, e ho guardato chi dorme sempre accanto a me con la complicità delle ore buie, che rendono sopra alle righe tutti i sentimenti e le preoccupazioni, le paure, le angosce, il senso profondo della vita. E mi sono chiesto, intanto che osservavo il torace gonfiarsi e sgonfiarsi in modo regolare: chi è questo essere umano a cui sto concedendo il mio amore, le mie giornate, tutti questi anni e anche il mio futuro? È l’essere speciale che mi sembra di aver intuito, o è un mostro che mi sembra di temere?
E poi mi sono girato dall’altra parte e mi sono rimesso a dormire, sollevato.

F. Piccolo- Momenti di trascurabile felicità-  Einaudi

martedì 17 gennaio 2012

I baci...

...i baci non sono anticipo d'altre tenerezze, 

sono il punto più alto.
Dalla loro sommità
si può scendere nelle braccia,
nella spinta dei fianchi,
ma è trascinamento.
Solo i baci sono buoni
come le guance del pesce.
Noi due avevamo l'esca sulle labbra,
abboccavamo insieme...


Erri De Luca- Il contrario di uno- Feltrinelli

lunedì 16 gennaio 2012

Lo sai?

Glielo dissi, 
che il suo palmo di mano era meglio del cavo di conchiglia, 
mentre risalivamo a riva, staccati.
“Lo sai che hai detto una frase d’amore?” 
disse avviandosi verso l’ombrellone.
Una frase d’amore? 
Neanche so cos’è, che le è venuto in mente?
 Ne sa più di me per via degli animali, ma si è sbagliata. 
Ho detto una frase di stupore.

Erri De luca - I pesci non chiudono gli occhi- Feltrinelli

venerdì 13 gennaio 2012

POIEIN

La scala di cristallo 

Bene, figliolo te lo diro', la mia vita
non è stata una scala
di cristallo.
Ma per tutto il tempo
seguitai a salire, e
qualche volta camminai nel buio
dove non era
spiraglio di luce.
Così ragazzo non tornare
indietro, non cadere
ora, perchè io vado
avanti amor mio,
continuo a salire e
la vita per me non
è stata una scala di cristallo.


Langston Hughes

giovedì 12 gennaio 2012

Un mondo perfetto

Dentro la palla di neve sulla scrivania di mio padre c'era un pinguino con una sciarpa a righe bianche e rosse. Quando ero piccola papà mi metteva seduta sulle sue ginocchia e prendeva in mano la palla di neve. La capovolgeva perché la neve si raccogliesse tutta in cima, poi con un colpo secco la ribaltava. E insieme guardavamo la neve che fioccava leggera intorno al pinguino. Il pinguino è tutto solo, pensavo, e mi angustiavo per lui.Lo dicevo a papà e lui rispondeva: "Non ti preoccupare, Susie, sta da re. È prigioniero di un mondo perfetto".

A. Selbod- Amabili resti- Edizioni e/o

mercoledì 11 gennaio 2012

Chissà...

"Io provavo una stretta al cuore, perchè pensavo: chissà cosa sta perdendo in questo momento. Chissà quanti tipi di chiarore ha visto e assaggiato e odorato prima di stiparli tutti in quella piccola scatola chiamata "luce", con quella "c" in mezzo, come un interruttore per spegnerla. Capisci, vero?" 

David Grossman - Che tu sia per me il coltello- Mondadori

martedì 10 gennaio 2012

Per davvero...

Quando morirai io ti piangerò per davvero. Io mi avvicinerò al tuo volto trasfigurato per baciarti con disperazione le labbra in un ultimo sforzo, pieno di presunzione e di fede, per restituiti al mondo che ti avrà bandita da sé. Io mi sentirò ferito nella mia stessa vita, e considererò la mia storia divisa in due da quel tuo momento definitivo. Io chiuderò i tuoi restii e sorpresi occhi con mano amica, e veglierò il tuo cadavere sbiancato e mutante per tutta la notte e l'inutile aurora che non ti avrà conosciuta. Io toglierò il tuo cuscino, io le tue lenzuola inumidite. Io, incapace di concepire l'esistenza senza la tua presenza d'ogni giorno, vorrò seguire senza rinvii i tuoi passi contemplandoti esanime.

J. Mariàs- L'uomo sentimentale- Einaudi

lunedì 9 gennaio 2012

Trascuranze...

Franz ci aveva avvertiti in tempo. Purtroppo godeva di ben poca reputazione. Aveva scelto una professione che non era mai comparsa sino allora in
tutta la nostra parentela e che non avrebbe nemmeno dovuto comparire: Franz fa il
pugile. Melanconico già nella giovinezza, e di una devozione che venne sempre definita: “esagerato fervore” prese presto strade che diedero non poche preoccupazioni a
mio zio Franz – uomo dal cuor d’oro. Quel figliolo aveva la passione di sottrarsi ai
suoi doveri scolastici, in una misura che non può venir definita normale. Si incontrava con equivoci compagni in parchi fuori mano ed in folti cespugli di periferia. Là si esercitavano nelle dure regole dei pugni e delle lotte, senza mostrarsi per nulla preoccupati del fatto che il retaggio umanistico venisse così trascurato. Questi “duri” mostrarono ben presto i vizi della loro generazione, che ha già dimostrato nel frattempo di non valere nulla. Le eccitanti battaglie spirituali dei secoli passati non lì interessavano, occupati com’erano con le dubbie eccitazioni del proprio secolo. All’inizio mi sembrò che la devozione di Franz fosse in contrasto con questi regolari esercizi di attiva e passiva brutalità. Pure oggi comincio a capire qualcosa: dovrò tornarci sopra.

H. Boll- Tutti i giorni è Natale- da Racconti umoristici e satirici- Bompiani

domenica 8 gennaio 2012

venerdì 6 gennaio 2012

POIEIN



l’amore è così tanto che non so dirtelo
anzi, se parlo, è solo dei prati che parlo
e in duetto con me discorro dell’amore.


F. Pessoa- Mare del Portogallo e altre poesie

giovedì 5 gennaio 2012

Per me va benissimo...

Se sono matto, per me va benissimo, pensò Moses Herzog. C'era della gente che pensava che fosse toccato, e per qualche tempo persino lui l'aveva dubitato. Ma adesso, benché continuasse a comportarsi in maniera un po' stramba, si sentiva pieno di fiducia, allegro, lucido e forte. Gli pareva d'essere stregato, e scriveva lettere alla gente più impensata. Era talmente infatuato da quella corrispondenza, che dalla fine di giugno, dovunque andasse, si trascinava dietro una valigia piena di carte. Se l'era portata, quella valigia, da New York a Martha's Vineyard. Ma da Martha's Vineyard era riscappato indietro subito; due giorni dopo aveva preso l'aereo per Chicago, e da Chicago era filato in un paesino del Massachusetts occidentale. Lì, nascosto in mezzo alla campagna, scriveva a più non posso, freneticamente, ai giornali, agli uomini pubblici, ad amici e parenti e finì per scrivere pure ai morti, prima ai suoi morti e poi anche ai morti famosi.
Saul Bellow- Herzog- Mondadori
 

mercoledì 4 gennaio 2012

Piacevoli sensazioni...

Non che fosse tanto bravo, aveva le dita lente e sempre più rigide, ma in effetti aveva fatto delle cose che gli avevano dato qualche soddisfazione, dopo le federe per i cuscini e i canovacci per la casa. Aveva provato anche l’uncinetto – berretti, sciarpe e guantini per i nipoti. Quando un suo prodotto, per quanto comune, era finito lì davanti a sé, provava la piacevole sensazione di aver portato a termine qualcosa.

R. Carver – Se così ti piace – Principianti – Einaudi

martedì 3 gennaio 2012

"Siamo tutti matti"

" 'In quella direzione', disse il Gatto, alzando la zampa destra, 'abita un Cappellaio: e in quella direzione', alzò l'altra zampa, 'abita una Lepre Marzolina. Vai pure a far visita a chi vuoi: tanto sono matti tutti e due.'
'Ma io non voglio andare tra i matti', osservò Alice.
'Ma qui non se ne può fare a meno', disse il gatto, 'siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta'.
'Come fai a sapere che sono matta?' chiese Alice.
'Devi esserlo per forza', disse il Gatto, 'altrimenti non saresti venuta qui'.
Alice pensò che quella non era affatto una prova; tuttavia continuò: 'E come fai a sapere che sei matto?'
Tanto per cominciare', disse il Gatto, ' un cane non può essere matto. Su questo sei d'accordo?'
'Suppongo di sì', disse Alice.

L. Carrol- Alice nel paese delle meraviglie -Feltrinelli

lunedì 2 gennaio 2012

Il brutto...


"Non riesco a convincermi dell'idea che a seconda di come andranno le cose potrei farla finita - nientemeno che morto! - e che se questo succedesse (incrocio le dita) smetterei di sapere quello che continuerebbe a succedere agli altri a partire da quel momento. Come se mi togliessero di mano un libro che sto leggendo con infinita curiosità. È inconcepibile. Se poi fosse soltanto questo non sarebbe grave, il brutto è che non ci sarebbero nemmeno altri libri, la vita come codice unico. La vita è ancora medievale."


J. Mariàs-Tutte le anime-Einaudi