venerdì 18 marzo 2011

POIEIN


Ostile e spersa


stranita dalle offese dei cortili,

dalle risorse inesauste dei rumori

per varietà di timbri e gradazioni,

braccata dalle puzze che sinistre

si alzano sempre non si sa mai da dove;

tentata senza esito di uccidere

i gabbiani che hanno occupato l’aria

e le terrazza con urla litigiose

- aerei condomini davvero troppo umani;

sbattuta in poche ore da un normanno

novembre a un greco agosto, sempre più

dubitando, eccomi qui obbligata

a pensare alla patria. Che se io l’avessi

non dovrei più pensarci, sarei nell’agio pigro

e un po’ distratto di chi si muove

nella propria casa, sicuro anche al buio

di scansare, tanto gli è familiare

ogni più scabro spigolo di muro.



da La patria di Patrizia Cavalli

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