lunedì 30 aprile 2012

Cose che odio

Le persone serie – il tè “completo” – i calzini – il pelo delle donne – le false bionde – il mito dei viaggi – lo storicismo – gli astemi – le canzoni napoletane – i furbi – i delitti per onore – le scarpe a due colori – il galop finale – il titolo “dottore” – i “tartufi” di ogni genere – le metafore mitologiche – i berretti baschi – i permalosi – gli inquadramenti storici – la pegamoide – l’odore di fritto nelle fiere rionali – i libri noiosi – i presepi napoletani – i film documentari – le campane, specialmente di rito ambrosiano – le angurie, i cetrioli, le melanzane – le barbe da profeta – le poesie dialettali – la costellazione d’Orione – il raglio dell’asino – i giardini d’inverno – i puristi – i vini dolci – i numeri che finiscono col 7 – i soldatini di plastica – i calzoni larghi – i genitori di bambini straordinari – l’organo e la cornamusa – gli zingari – le conversioni religiose degli uomini celebri – la pittura pompeiana – le maschere dei clowns – le barzellette – quelli più bravi di me – quelli che odiano i profumi.

D. Buzzati- Siamo spiacenti di-  Mondadori

venerdì 27 aprile 2012

POIEIN

Alba



prima dell'alba sarai qui
e Dante e il Logos e tutti gli strati e i misteri
e la luna segnata
oltre il piano bianco di musica
che stabilirai qui prima dell'alba

seta grave soffice cantante
chìnati sul nero firmamento di areche
pioggia sui bambù fiore di fumo viale di salici

chi anche se ti chini con dita di pietà
a avallare la polvere
non aggiungerà alla tua munificenza
la cui bellezza sarà un foglio davanti a me
una dichiarazione di se stessa stesa attraverso la tempesta di emblemi
sicché non c'è sole e non c'è rivelazione
e non c'è ostia
soltanto io e poi il foglio
e massa morta

Samuel Beckett







giovedì 26 aprile 2012

Nostalgia

Le tue parole emanavano un odore pungente, vivo. Un odore di terra, di polline, e di sudore. Sei splendida quando gioisci, quando ti rotoli nei campi di papaveri o mi getti addosso le spighe dell’avena. Un’antemide bianca e gialla ti si è impigliata fra i capelli e per un momento ho provato una fitta di infelicità perché non potevo togliertela e nemmeno farti da “scaletta” con le mani perché potessi arrampicarti sulle terrazze. E i graffi che non mi sono fatto, le punture che non mi sono preso, il tuo sudore che non ho leccato. Ti scrivo soltanto e ne ho già nostalgia.

D. Grossman- Che tu sia per me il coltello- Mondadori

mercoledì 25 aprile 2012

Se vi concederete il lusso...

Non amate mai una creatura selvatica, signor Bell. Non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica; più le si vuole bene più forte diventa. Finché diventa abbastanza forte da scappare nei boschi. O da volare su un albero. Poi su un albero più alto. Poi in cielo. E sarà questa la vostra fine, signor Bell, se vi concederete il lusso di amare una creatura selvatica. Finirete per guardare il cielo.


T. Capote- Colazione da Tiffany- Garzanti

martedì 24 aprile 2012

Ricordare...

No, non posso crederti. Sono sicuro che ti è avvenuto di desiderare un'altra vita". Gli ho risposto che naturalmente mi era avvenuto, ma ciò non aveva maggiore importanza che il desiderare di essere ricco, di nuotare molto veloce o di avere una bocca meglio fatta. Erano desideri dello stesso ordine. Ma lui mi ha interrotto e voleva sapere come vedevo quest'altra vita. Allora gli ho urlato:"Una vita in cui possa ricordarmi di questa".

A. Camus - Lo straniero- Bompiani

lunedì 23 aprile 2012

Ho capito che...

Improvvisamente ho capito che non c'è nessuna persona giusta. Non esiste né in terra né in cielo né da nessun'altra parte, puoi starne certa. Esistono soltanto le persone, e in ognuna c'è un pizzico di quella giusta, ma in nessuna c'è tutto quello che ci aspettiamo e speriamo. Nessuna racchiude in sé tutto questo, e non esiste quella certa figura, l'unica, la meravigliosa, la sola che potrà darci la felicità.


S. Màrai- La donna giusta- Adelphi

venerdì 20 aprile 2012

POIEIN



Il Bacio

Ti manderò un bacio con il vento
e so che lo sentirai,
ti volterai senza vedermi ma io sarò li
Siamo fatti della stessa materia
di cui sono fatti i sogni
Vorrei essere una nuvola bianca
in un cielo infinito
per seguirti ovunque e amarti ogni istante
Se sei un sogno non svegliarmi
Vorrei vivere nel tuo respiro
Mentre ti guardo muoio per te
Il tuo sogno sarà di sognare me
Ti amo perché ti vedo riflessa
in tutto quello che c’è di bello
Dimmi dove sei stanotte
ancora nei miei sogni?
Ho sentito una carezza sul viso
arrivare fino al cuore
Vorrei arrivare fino al cielo
e con i raggi del sole scriverti ti amo
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno
tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo!
Vorrei fare con te quello
che la primavera fa con i ciliegi.


Pablo Neruda

giovedì 19 aprile 2012

A casa nostra ciascuno insegue qualcosa...

In realtà la nostra non è affatto la famiglia Sevilla Mendoza. Siamo sardi, ne sono sicura, sin dal paleolitico superiore.
È mio padre che ci chiama così, con i due cognomi più comuni laggiù. Ha viaggiato tanto e il suo mito è l’America, ma non quella a Nord, ricca e fortunata, quella del Sud, povera e sfigata. Quando era ragazzo diceva che ci sarebbe tornato da solo o con la donna che avrebbe sposato, con cui avrebbe condiviso gli ideali e l’avventura di provare a salvare il mondo.
A mamma non ha mai chiesto di accompagnarlo. Lui è andato ovunque c’era bisogno di aiuto. Ma mai con lei, che ha troppa paura dei pericoli ed è sempre senza forze.
A casa nostra ciascuno insegue qualcosa: mamma la bellezza, papà il Sud America, mio fratello la perfezione, zia un fidanzato.
Io scrivo storie, perché quando il mondo di qua non mi piace, mi trasferisco nel mio e sto benissimo.


M. Agus- Mentre dorme il pescecane- Nottetempo

mercoledì 18 aprile 2012

...ancora.

E sì, mi manca ancora. Per quanto incomprensibile possa essere, sento ancora la sua mancanza. La sento soprattutto in questo tipo di situazione, quando esco, quando mi siedo in un ristorante con qualcuno, quando viene un po’ di sole dopo che ha piovuto, quando la gente intorno parla del più e del meno, quando la normalità incalza. E’ soprattutto in quei momenti che mi domando cosa ci faccio lì. Perché rimango. Perché non me ne vado. E perché quello che mangio non sa di niente.

D. De Silva- Sono contrario alle emozioni- Einaudi

martedì 17 aprile 2012

Con la sua domanda d'amore...

E allora mi sono guardato negli occhi. Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l’ultimo Altro, anzi l’unico e vero Sestesso, il centro di ogni esistenza e della nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio. Invece, nello stagno acquoso dei miei occhi, io non ho scorto altro che la piccola ombra diluita (quasi naufraga) di quel solito niño tardivo che vegeta segregato dentro di me. Sempre il medesimo, con la sua domanda d’amore ormai scaduta e inservibile, ma ostinata fino all’indecenza.


E. Morante- Aracoeli - Einaudi

lunedì 16 aprile 2012

Straniamento

Di solito, giunti a Napoli, la terra perde per voi buona parte della sua forza di gravità, non avete più peso né direzione. Si cammina senza scopo, si parla senza ragione, si tace senza motivo, ecc. Si viene e si va. Si è qui o lì, non importa dove. E’ come se tutti avessero perduto la possibilità di una logica, e navigassero nell’astratto, profondo, completo, della pura immaginazione.


A. Maria Ortese- Il mare non bagna Napoli-  Gli Adelphi

sabato 14 aprile 2012

venerdì 13 aprile 2012

POIEIN


Guardi una persona e la vedi da parte a parte 
quasi fosse una sfera di cristallo 
che tu stesso hai appena gonfiato con un soffio.


V. Nabokov

giovedì 12 aprile 2012

Bianco e nero

Il bianco e il nero- Giampaolo Dulbecco
Sono anni ad esempio che si discute della separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero, ma a proposito di questa e di tante altre questioni del genere non si arriva mai al dunque, mai a decidere alcunchè, perchè non ci sono nuances o lievi differenze d'opinione, c'è solo da una parte il binco e dall'altra il nero. E se le cose sono comunicate in questo modo, se il rilevante per i titoli dei giornali e per la televisione appare ai più irrilevante il risultato è che chi non capisce alla fine una cosa sola capisce: che forse hanno tutti torto. Non solo, ma fanno anche a noi un torto perchè governa male chi si esprime male.


R. La Capria- Esercizi superficiali. Nuotando in superficie- Mondadori

mercoledì 11 aprile 2012

La salvezza

Scrivi, ti prego. Due righe sole, almeno, anche se l'animo è sconvolto e i nervi non tengono più. Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è una delle più patetiche e ridicole nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà salvare. (Forse.)"
 
D. Buzzati- Siamo spiacenti di- Mondadori

martedì 10 aprile 2012

Esistere

In principio era il nulla. E questo nulla non era né vuoto né vacuo: esso nominava solo se stesso. E Dio vide che questo era un bene. Per niente al mondo avrebbe creato alcunché. Il nulla non solo gli piaceva, ma addirittura lo appagava totalmente.
Dio aveva gli occhi perennemente aperti e fissi. Se anche fossero stati chiusi, nulla sarebbe comunque cambiato. Non c’era niente da vedere e Dio non guardava niente. Era pieno e denso come un uovo sodo, di cui possedeva anche la rotondità e l’immobilità.
Dio era soddisfazione assoluta. Non desiderava niente, non aspettava niente, non percepiva niente, non rifiutava niente e niente lo interessava. La vita era di una pienezza talmente intensa che non era vita. Dio non viveva: esisteva.

A. Nothomb- Metafisica dei tubi- Guanda

lunedì 9 aprile 2012

L'assoluzione

È bella di notte la città. C'è pericolo ma pure libertà. Ci girano quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si conosce, tra quelli che campano di notte. Le persone di perdonano i vizi. La luce del giorno accusa, lo scuro della notte dà l'assoluzione. Escono i trasformati, uomini vestiti da donna, perché così gli dice la natura e nessuno li scoccia. Nessuno chiede conto di notte, Escono gli storpi, i ciechi, gli zoppi, che di giorno vengono respinti. È una tasca rivoltata, la notte nella città. Escono pure i cani, quelli senza casa. Aspettano la notte per cercare gli avanzi, quanti cani riescono a campare senza nessuno. Di notte la città è un paese civile.


E. De Luca- Il giorno prima della felicità- Feltrinelli

domenica 8 aprile 2012

BUONA PASQUA.

Pasqua


E con un ramo di mandorlo in fiore,
a le finestre batto e dico: "Aprite! Cristo è risorto e
germinan le vite nuove e ritorna con l'april l'amore.
Amatevi tra voi pei dolci e belli sogni
ch'oggi fioriscon sulla terra,
uomini della penna e della guerra,
uomini della vanga e dei martelli.
Aprite i cuori.
In essi irrompa intera di questo dì
l'eterna giovinezza ".
Lo passo e canto che la vita è bellezza.
Passa e canta con me la primavera.



Ada Negri

sabato 7 aprile 2012

venerdì 6 aprile 2012

POIEIN

VOGLIO AVRO'


Voglio, avrò -
se non qui,
in altro luogo che ancora non so.
Niente ho perduto.
Tutto sarò.

F. Pessoa

giovedì 5 aprile 2012

Senza metterci al riparo...

...compiere gli anni e crescere e continuare a compierne per essere arruolato, fare il gesto di dare un bacio che scatena altri baci che ci faranno fermare e di cui renderemo conto, chiedere o accettare un lavoro e stare a vedere come il temporale si prepara senza metterci al riparo, bere una birra e guardare le donne ai loro sgabelli davanti al banco, tutto è così e tutte quelle cose possono portare coltelli o vetri rotti, la malattia e il malessere e la paura, le baionette e la depressione e il pentimento, l'albero spezzato e nella gola una spina;


J. Mariàs- Domani nella battaglia pensa a me- Einaudi

mercoledì 4 aprile 2012

Scrivere significa...

Scrivere significa scuotere il senso del mondo, disporvi un’interrogazione indiretta alla quale lo scrittore, con un’ultima sospensione, si astiene dal rispondere. La risposta è data da chiunque vi rechi la propria libertà: ma poiché questa muta, la risposta del mondo allo scrittore è infinita: non si smette mai di rispondere a ciò che è stato scritto fuori da ogni risposta: i significati passano, la domanda resta.

R. Barthes-Saggi critici-Einaudi

martedì 3 aprile 2012

La conservazione dei ricordi...

I famas, per conservare i loro ricordi seguono, il metodo dell’imbalsamazione: dopo aver fissato il ricordo con capelli e segnali, lo avvolgono dalla testa ai piedi in un lenzuolo nero e lo sistemano contro la parete del salotto, con un cartellino che dice: «Gita a Quilmes», oppure: «Frank Sinatra».
I cronopios invece, questi esseri disordinati e tiepidi, sparpagliano i ricordi per la casa, allegri e contenti, e ci vivono in mezzo e quando un ricordo passa di corsa gli fanno una carezza e gli dicono affettuosi: «Non farti male, sai», e anche: «Sta’ attento, c’è uno scalino». Questa è la ragione per la quale le case dei famas sono in ordine e in silenzio, mentre le case dei cronopios sono sempre sottosopra e hanno porte che sbatacchiano. I vicini si lamentano sempre dei cronopios e i famas scuotono la testa comprensivi, e vanno a vedere se i cartellini sono sempre al loro posto.

J. Cortàzar- Storie di Cronopios e di Famas- Einaudi

lunedì 2 aprile 2012

E' tutto un rebus

La chiave del quadro sta nella figura di fondo, è un gioco del rovescio. Forse sei troppo giovane per capire, alla tua età io non avrei capito, non avrei immaginato che la vita fosse come un gioco che giocavo nella mia infanzia a Buenos Aires, Pessoa è un genio perché ha capito che il risvolto delle cose, del reale e dell’Immaginario, la sua poesia è un juego del revés. Una persona è alla stessa finestra della sua infanzia, ma non è più la stessa persona e non è più la stessa finestra, perché il tempo cambia uomini e cose. La vita è un appuntamento, lo so di dire una banalità Monsieur, solo che noi non sappiamo mai il quando, il chi, il come e il dove. Un appuntamento e un viaggio, e poi nel grande viaggio si fanno dei viaggi, sono i nostri piccoli percorsi insignificanti sulla crosta di questo pianeta che a sua volta viaggia, ma verso dove?
E’ tutto un rebus.

A. Tabucchi- Il gioco del rovescio ed altri racconti- Einaudi