mercoledì 30 marzo 2011

Vedere/Guardare

“Ma i loro disegni sono più convincenti, somigliano di più alla vita. Non disegnano come se vedessero la vita da un balcone di un minareto e senza badare alla prospettiva, come la chiamano loro, disegnano guardando dalla strada , o dalla stanza del principe, tutto insieme, il letto e la trapunta, il tavolo, lo specchio, la tigre, sua figlia, il denaro; disegnano tutto lo sai. Io non credo del tutto a quello che fanno, che il loro disegno tenti direttamente di imitare il mondo mi sembra un’inezia, mi offende. Ma i disegni fatti con questi metodi hanno un tale fascino! Disegnano tutto quello che l’occhio vede, come l’occhio lo vede. Loro disegnano quello che vedono, noi quello che guardiamo. Non appena vedi i loro disegni, capisci, con i metodi europei, che è possibile far durare il tuo volto fino alla fine del mondo. Il fascino di una cosa del genere è talmente forte che non solo i sarti, i macellai, i soldati, i preti, i droghieri di Venezia a farsi ritrarre, ma quelli di tutti i paesi europei. Perché una volta che vedi quei disegni, anche tu vuoi vederti così e credere di essere una creatura completamente diversa dagli altri, unica, speciale, con le tue peculiarità. I nuovi metodi permettono di disegnare l’uomo non come lo vede la mente, ma come lo vede l’occhio. In futuro, un giorno, tutti disegneranno così.”


Orhan PamuK-Il mio nome è rosso-Einaudi

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