mercoledì 8 febbraio 2012

Gradazioni di nero.

Fra tutti l'ebrea più bella è Tania, e per amor suo mi farei ebreo anch'io. Perché no? Già parlo come un ebreo. E sono brutto come un ebreo. E poi, chi odia gli ebrei più di un ebreo?
Ora del crepuscolo. Blu d'India, acqua di vetro, alberi lucenti e liquescenti. A Jaurès i binari si tuffano nel canale. Il lungo trenino con le fiancate laccate scende rapidamente come vagoni d'un ottovolante. Non è Parigi. Non è Coney Island. È un crepuscolare miscuglio di tutte le città d'Europa e dell'America centrale. Sotto di me, scalo ferroviario, i binari neri stesi a ragnatela, non ordinatamente disposti da un ingegnere, ma quasi disegnati da un cataclisma, come esili crepe nel ghiaccio polare che la macchina fotografica registra in gradazioni di nero.


H. Miller- Tropico del cancro- Mondadori

2 commenti:

  1. Questo Tropico è davvero un liquore, dalle mille luci diverse e ombre meravigliose. Letto, riletto e straletto, sempre più nuovo e poetico.
    In gamba e a presto.
    l.s.

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