Eccolo tutto ai suoi piedi, silenzioso e qua e là scintillante
d’acque nel crepuscolo, il poderetto che Efix considerava più suo che
delle sue padrone: trent’anni di possesso e di lavoro lo han fatto ben
suo, e le siepi di fichi d’India che lo chiudono dall’alto in basso come
due muri grigi serpeggianti di scaglione in scaglione dalla collina al
fiume, gli sembrano i confini del mondo.
G. Deledda- Canne al vento- Garzanti
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