martedì 7 febbraio 2012

...proprio non capivo.

Born dichiarò che lui e Margot erano stati lì lì per andarsene, ma poi mi avevano visto lì, in piedi da solo in un angolo, e dato che avevo un’aria così infelice avevano deciso di avvicinarsi e tirarmi un po’ su... tanto per essere sicuri che non mi tagliassi le vene prima della fine della serata. Non avevo idea di come interpretare la battuta. Quest’uomo mi sta insultando, mi chiesi, oppure cerca davvero di mostrarsi gentile con un ragazzo sconosciuto, avendolo visto a disagio? Di per sé le parole avevano un carattere abbastanza scherzoso, disarmante, ma lo sguardo di Born mentre le pronunciava era freddo e distaccato, e non potei fare a meno di sentire che mi stava sondando, mi provocava per ragioni che proprio non capivo.
Scrollai le spalle, gli feci un sorrisetto e ribattei: Che ci creda o no, non mi sono mai divertito tanto in vita mia. Fu allora che si alzò, mi porse la mano e mi disse il suo nome. Dopo la mia domanda su Bertran de Born mi presentò a Margot, la quale mi sorrise in silenzio e tornò alla sua occupazione di fissare gli occhi nel vuoto. 

P. Auster- Invisibile- Einaudi

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