giovedì 20 maggio 2010

L'infinito viaggiare

L'infinito viaggiare è una raccolta di racconti, estratti, appunti, riflessioni e citazioni letterarie, essenzialmente un ricordarsi ( nel senso letterare di ripassarsi dalle parti del cuore ) della propria vita, che è la metafora, il paradigma per eccellenza del viaggio; Magris sembra volerci dire che, se si è fortunati o forse solo più abili, questo viaggio potrà essere infinito. Non si vive forse tutta la vita cercando di allontanare, il più possibile, la morte? Viviamo e viaggiamo e scriviamo, procedendo alla stessa maniera, in modo circolare, cercando cioè sempre di far ritorno a casa oppure in maniera lineare, riuscendo cioè a trovarci a casa ovunque, certi che nulla possiamo possedere davvero; intraprendere un viaggio, in ogni caso, ci fa diventare altro da noi e persone nuove, pur senza dover rinnegare mai chi siamo veramente, sia che procediamo per demolizione sia per costruzione nel nostro vivere/viaggiare/scrivere, che poi sono la stessa cosa. Bellissimo è il modo di narrare dell'autore, non barocco, molto lineare e molto coinvolgente. Non avevo preso l'idea della lunghissima introduzione al libro molto bene, ero prevenuta, però mi sono dovuta ricredere su tutta la linea. Magris ci porta per mano nella Spagna di Don Chischiotte, nella Foresta Nera col suo mondo fantastico, nelle sue terre d'origine, per poi farci attraversare tutto l'Est, in un tempo sospeso prima che cadesse il muro ( mostrandoci come il viaggio non sia un mero fisico passaggio per un posto, ma le sensazioni che lo accompagnano o addirittura lo precedono ), fino alla Norvegia, alla Cina , al Vietnam, al Medio Oriente, ancora così carico di mistero per noi e all'Australia. I posti sono solo il pretesto che l'autore sceglie per raccontarsi e raccontare del mare, della natura, dei fiumi, dell'umanità che ha interiorizzato e che, incontrare di nuovo qui o lì, fa riemergere e riaffiorare a galla. Quando ci si lascia alle spalle le certezze, più o meno consapevolmente, e si abbandonano gli atteggiamenti soliti, la sicurezza del quotidiano e le rigidità e chiusure che ne conseguono, quando si parte, insomma, per un viaggio, non importa verso quale destinazione anzi è completamente irrilevante, lo si fa con umiltà, con curiosità e un certo abbandono all'ignoto, alla possibilità, all'imprevisto, così accade di venire in contatto con cose bellissime, inattese e che ci mostrano la parte di noi forse più vera e più nascosta.
Bello questo libro, ricco, affascinante e molto istruttivo, lo consiglio!


Claudio Magris- L'infinito viaggiare- Mondadori

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