mercoledì 8 maggio 2013

...stava uscendo di testa

L'inverno Titì se lo portava dentro. In quell'istante, gli sembrò perfino che il freddo fosse più pungente nel suo corpo che fuori, per strada. Forse per questo non batteva più i denti, aveva pensato. Ormai non era che un unico blocco di ghiaccio, come l'acqua nei canaletti lungo i marciapiedi.
Un'insegna luminosa sopra la porta di una farmacia indicava la temperatura: 8° sotto zero. E l'ora: 20,01. Riparandosi a malapena in un androne, dalle 19,30 in poi Titì era stato a guardare i minuti sfilare. Poi l'aria gelida gli aveva annebbiato la vista. Si era reso conto che il furgoncino bianco dei Restaurants du coeur non sarebbe più passato, e che era inutile continuare ad aspettarlo. Qualunque pezzente di Parigi conosceva il percorso a menadito: Nation - République - Invalides - Porta d'Orléans. Ma da Hôtel de Ville non ci passava mai quella macchina di merda, mai. E invece lui era proprio lì, in place de l'Hôtel de Ville.
"E vaffanculo!" imprecò fra sé. "Titì, stai andando davvero fuori di testa!". Ritornò con lo sguardo all'insegna luminosa, ma non riusciva a metterla a fuoco. "Beh, ho capito. Non è il caso di sbraitare tanto, coglione che non sei altro!" si disse.
Sì, stava uscendo di testa, ogni giorno un po' di più. Anche Rico gliel'aveva detto, sin dai primi freddi. E di andare a farsi curare all'ospedale. Ma all'ospedale Titì non ci voleva andare.
"Va a finire che crepi" aveva detto Rico.
"E allora? L'ospedale è come morire. Ci entri in piedi ed esci lungo disteso. Ci andresti tu? Eh, ci andresti?".
"Vaffanculo, Titì".
"Vacci tu, cazzo!".
Da allora Titì non parlava più. Non solo a Rico. A nessuno. O quasi. Non gli succedeva quasi più di parlare. Non ne aveva più la forza.
Davanti a lui il semaforo diventò rosso per la seconda volta. "Inverno di merda" borbottò, tanto per trovare il coraggio di attraversare. A sentire le ossa sgretolarsi come stalattiti si era fatto prendere dalla paura. Eppure per imboccare l'entrata del metrò doveva attraversare la strada......








J. C. Izzo- Il sole dei morenti - e/o

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