Ero in quella metà della vita che chiamiamo "sogno", in una selva di palazzi di una città fangosa, tra le strade buie e i volti ancora più bui.
Ti ho incontrato mentre dormivo stanco della mia infelicità.
Capivo che avresti potuto amarmi anche se non fossi riuscito a diventare un altro; sapevo che dovevo accettarmi così com'ero, con la stessa rassegnazione che provo quando guardo la mia foto formato tessera; intuivo che era inutile affannarmi per mettermi nei panni di un altro; tutto questo in un sogno o in una favola.
Pareva che le vie buie o gli inquietanti palazzi che ci incombevano addosso si aprissero dinanzi a noi, che il nostro passare desse un senso a botteghe e marciapiedi.
Quanti anni sono passati da quando tu e io abbiamo scoperto perplessi il gioco magico che avremmo poi incontrato tante volte nella vita ?
O. Pamuk - Il libro nero - Einaudi
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