martedì 26 marzo 2013

Maschere.

Ma qui fu lei che si mise a ridere.
"Buona notte!" gli gridò. E si avviò per il suo vialetto di casa. Quindi parve ricordarsi improvvisamente di qualcosa e tornò verso di lui, fissandolo piena di curiosità e di stupore: "Siete felice?" domandò. "Che cosa? Sono che?" gridò lui di rimando.
Ma la ragazza se n'era già andata, si allontanava correndo nel chiaro di luna. S'udì la porta della sua casa chiudersi dolcemente.
"Mi ha domandato se sono felice! Che razza di assurdità"
L'uomo smise di ridere.
[...]
Tenebre. No, non era felice. Non era felice. Si ripetè le parole mentalmente. Riconobbe che questa era veramente la situazione. Egli portava la sua felicità come una maschera e quella ragazza se n'era andata per il prato con la maschera e non c'era modo di andare a battere alla sua porta per riaverla.



R. Bradbury - Fahrenheit- Mondadori

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