mercoledì 6 marzo 2013

L'angolo rosso...


Da bambino non m’interessavano i giocattoli. A quattro- cinque anni per divertirmi giravo per casa cercando di beccare il momento in cui mio nonno o mio zio si mettevano a smontare e pulire le armi. Le pulivano spesso, con cura e amore, perché ne avevano veramente tante. Mio zio diceva che le armi sono come le donne, se non le accarezzi abbastanza diventano troppo rigide e ti tradiscono.
Le armi a casa nostra, come in tutte le case siberiane, erano tenute in posti ben precisi. Le pistole chiamate «proprie», cioè quelle che i criminali siberiani portano sempre con sé, quelle che usano ogni giorno, vengono posate nell’«angolo rosso», dove sono appese le icone di famiglia, le foto dei parenti morti e di tutti coloro che stanno scontando una condanna in prigione. Sotto le icone e le foto c’è una specie di mensola, coperta con un pezzo di stoffa rosso, sulla quale di solito ci sono una decina di crocefissi siberiani. Quando un criminale entra in casa va subito nell’angolo rosso, si toglie la pistola e la posa sulla mensola, dopo si fa il segno della croce e mette un crocefisso sopra la pistola. Questa è un’antica tradizione che assicura che nelle case siberiane le armi non vengano utilizzate: se questo avvenisse, in quella casa non si potrebbe più vivere. Il crocefisso è una specie di sigillo, che si rimuove solo quando il criminale esce di casa.


N. Lilin - Educazione siberiana - Einaudi

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