Finite queste incombenze, i viaggiatori si riuniscono nella piazza principale della città, si comunicano le rispettive osservazioni, ed entrano in un bar a prendere un aperitivo. Prima però si prendono per mano e fanno un girotondo. Questa danza viene chiamata: «Allegria dei famas».
Quando i cronopios fanno un viaggio, trovano tutti gli alberghi al completo, i treni ormai partiti, piove a catinelle e i taxi non li vogliono far salire o fan pagare loro prezzi altissimi. I cronopios non si scoraggiano perché credono fermamente che queste cose capitino a tutti, e prima di andare a dormire si dicono l’un l’altro: “Bella città, bellissima città“. E sognano tutta la notte che nella città ci sono grandi feste e che loro sono stati invitati. Il giorno dopo si alzano allegri, ed è così che viaggiano i cronopios.
Le speranze, sedentarie, si lasciano viaggiare dalle cose e dagli uomini, e sono come le statue che bisogna recarsi a vederle perché loro non ci pensano nemmeno.”
J. Cortàzar - Storie di cronopios e di famas - Einaudi
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