giovedì 31 maggio 2012

Mandami a dire.

Dolce mio tesoro, come stai? Anche oggi ti ho cercata al telefono e tu non c'eri, ma lì, nella tua lontananza, ti trattano bene? Mi raccomando: se solo ti sfiorano un capello, tu mandami a dire, che con la rabbia del corpo mi mangio le strade e ti raggiungo e dopo voglio proprio vedere. La mia parte egoista vorrebbe anche sapere se si infelice come me, perché vedessi come sono stanco di camminare da solo dentro la tristezza, a volte capita che piango senza sentirmi il singhiozzo. vorrei anche sapere se, quando è l'ora che il tramonto si siede sopra il sole, spingendolo giù, giù fin sotto il mare, sei sempre là, davanti alla finestra, ad osservare quel trapasso e a pensarmi. Una volta lo facevi, ed oggi? ti scongiuro tanto, mandami a dire. Cara, com'è assurdo questo nostro amore, che viveva meglio quando stavamo peggio, ma dentro quel peggio poi è venuto qualcuno e ci ha detto "Eccovi la libertà! prendere e andare". Che brutto affare è stato, se è vero che oggi siamo prigionieri della distanza. Sapessi che rimpianto quando mi giro e guardo la nostra cronaca di ieri, ora pagherei tutta la fatica che ho per prendermi le spalle e mettermele davanti, trasformando il nostro passato in futuro; succede anche a te? Se sì, mandami a dire, sarà meno dura sperare.


Pino Roveredo- Mandami a dire- Bompiani

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