mercoledì 28 aprile 2010

Sott'acqua...

 
Signora Madre, è notte fonda, mi sono alzata e sono venuta qui a scrivervi. Tanto per cambiare, anche questa notte l'angoscia mi ha presa d'assalto. Ormai è una bestia che conosco bene, so come devo fare per non soccombere. Sono diventata un'esperta della mia disperazione.
Io sono la mia malattia e la mia cura.
Una marea di pensieri amari sale e mi prende alla gola. L'importante è riconoscerla subito e reagire, senza lasciarle il tempo di impadronirsi di tutta la mia mente. L'onda cresce rapida e ricopre tutto quanto. E un liquido nero, velenoso. I pesci moribondi salgono in superficie, con le bocche spalancate, annaspano. Eccone un altro, viene su boccheggiando, muore. Quel pesce sono io.
Mi vedo morire, mi guardo dalla riva, ho i piedi già bagnati di quel liquido nero e velenoso.
Arriva in superficie un altro pesce agonizzante, è il pensiero del mio fallimento, sono ancora io quella, sto morendo un'altra volta.
Perché venire a galla? Meglio morire sott'acqua. Vengo tirata giù. Mi sento sprofondare. È tutto buio.



Tiziano Scarpa-Stabat Mater -Einaudi


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