giovedì 8 aprile 2010

...cose di sole.

«Ancora guardo il sole - il mio primo sguardo a occhi aperti. È rosso sangue e gli uomini camminano in cima ai tetti. Tutto al di sopra dell’orizzonte mi è chiaro. È come la domenica di Pasqua. La morte è dietro di me e anche la vita. Voglio vivere la vita spirituale del pigmeo, la vita segreta del piccolo uomo nella boscaglia selvaggia. Dentro e fuori si sono scambiati di posto. L’equilibrio non è più la meta, la bilancia deve essere distrutta. Voglio sentirti promettere ancora tutte quelle cose di sole che ti porti dentro. Lasciami provare a credere per un giorno, mentre riposo all’aperto, che il sole porti buoni notizie. Lasciami marcire nello splendore mentre il sole ti scoppia nell’utero. Credo tutte le tue bugie, implicitamente. Ti prendo come personificazione del male, come distruttrice dell’anima, come Maharani della notte. Inchioda il tuo utero al muro, sì che possa ricordarti. Dobbiamo andare. Domani, domani…»



Henry Miller-Tropico del Capricorno-Mondadori

2 commenti:

  1. Grandissimo! Non ricordo più quante volte ho letto i due Tropici monumentali di Miller, e sempre più profondi e mutanti nel loro magnifico abisso. Li ho letti, digeriti, sputati, dimenticati, ma soprattutto amati e sentiti nelle note più speziate e cantabili del loro sogno. Nella loro stupenda luminescenza anarchica.
    Grazie di cuore,
    Luigi

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  2. Sono contenta che ti piaccia, Miller è da sempre una mia passione, ogni volta nuovo e più
    coinvolgente, non smetterò mai di leggerlo!;-)

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