mercoledì 9 gennaio 2013

...adesso che è tardi

Tutto questo lo sto dicendo a Crevel, ma è con la Maga che io parlo, adesso che siamo tanto lontani. E non le parlo con le parole che sono servite unicamente a non capirci, adesso che è tardi ormai comincio a sceglierne altre, le sue, quelle che sono avvolte in ciò che lei capisce e che non ha nome, brezze e tenzoni che contraggono l'aria fra due corpi o riempiono di polvere d'oro una camera o un verso. Ma non abbiamo continuamente vissuto così, lacerandoci con dolcezza? No, non abbiamo vissuto così, lei lo avrebbe voluto ma una volta ancora io tornai ad insediare il falso ordine che nasconde il caos, a fingere che mi dedicavo ad una vita profonda della quale solo toccavo con la punta del piede l'acqua terribile. Ci sono fiumi metafisici, lei vi nuota come quella rondine sta nuotando nell'aria, girando allucinata intorno al campanile, lasciandosi cadere per poi alzarsi più in alto di slancio. Io descrivo e definisco e desidero quei fiumi, lei vi nuota. Io li cerco, li trovo, li guardo dal ponte, lei vi nuota. e non lo sa, proprio come la rondine. Non ha bisogno di sapere come me, può vivere nel disordine senza che alcuna coscienza di ordine la trattenga. Quel disordine è il suo ordine misterioso, quella bohème del corpo e dell'anima che le spalanca le vere porte. La sua vita non è disordine che per me, sotterrato in pregiudizi che disprezzo e allo stesso tempo rispetto. Io, condannato ad essere assolto irrimediabilmente dalla Maga che mi giudica senza saperlo. Ah, lasciami entrare, lasciami vedere un giorno come vedono i tuoi occhi. 



J. Cortàzar- Il gioco del mondo ( Rayuela )- Einaudi

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