mercoledì 17 febbraio 2010

Tra istinto e volontà

Quanto più lei procedeva nel suo racconto, tanto più ridicole e insignificanti gli apparivano le proprie avventure, almeno sino al punto in cui erano giunte, e giurò di portarle a termine tutte, di raccontargliele poi fedelmente e vendicarsi così di quella donna infedele, crudele e traditrice, che aveva rivelato nel sogno la sua reale natura, e che in quel momento credette di odiare più profondamente di quanto l'avesse mai amata. Allora si accorse di stringere ancora tra le mani le dita di lei e, sebbene fosse deciso a odiare quella donna, sentiva per le sue dita sottili, fredde e così familiari una tenerezza immutata, divenuta soltanto un pò dolorosa; e istintivamente, quasi contro la sua volontà, prima di sciogliere dalle sue quella mano familiare, la sfiorò dolcemente con le labbra.
Albertine non apriva ancora gli occhi, Fridolin ebbe l'impressione che ella sorridesse con un'espressione di felicità trasfigurata e innocente e provò un inspiegabile desiderio di chinarsi su di lei e baciarla sulla fronte pallida. Ma si dominò, sentendo che quel suo stato d'animo derivava solo dalla ben comprensibile stanchezza dopo gli sconvolgimenti delle ultime ore; nell'ingannevole atmosfera della stanza matrimoniale quella stanchezza s'era tramutata in struggente tenerezza.




Arthur Schnitzler-Doppio sogno-Gli Adelphi

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