giovedì 1 luglio 2010

L'aggancio

A Cape Town si incontrano per caso, per un guasto ad una vecchia macchina, due giovani apparentemente diversissimi tra loro, lei una PR bianca, di famiglia benestante, figlia di divorziati, viziata, istruita e "alternativa" e lui, un carrozziere di colore, clandestino, con una laurea in economia, che cerca di stare a galla aggrappandosi disperatamente a quel lavoro, unica cosa che gli resta, non avendo più nome, nè patria, nè famiglia. Tra i due scoppia improvvisa una grande passione, che poi si trasformerà in amore, nonostante i pregiudizi e le diffidenze degli stessi protagonisti e di chi gli sta intorno, questo farà sì che le posizioni iniziali dei protagonisti si ribalteranno completamente. Infatti, quando Jibrahim sarà espulso e costretto a tornare in patria, Julie lo seguirà come la sua donna e a questo punto troverà tutto quello che la sua cultura, la sua civiltà emancipata, moderna, dominante e ricca non riusciva più a darle, colmerà così, inaspettatamente, tutti suoi vuoti di valori e di affettività. Julie allora si deciderà a restare, indipendentemente dalla scelta di Jibrahim, che sarà invece molto combattuto, una volta regolarizzata la sua posizione, tra l'andare e il restare.
Bella la scrittura anche se non agilissima, la storia, a prima vista usuale, sembra l'espediente usato dall'autrice per farci segretamente soffermare su questa sola domanda, che serpeggia in tutto il libro: chi è veramente il clandestino?



Nadine Gordimer- L'aggancio- Feltrinelli

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