Per molto tempo crediamo di conoscere la natura   dei nostri desideri, delle nostre inclinazioni e dei nostri stati   d'animo. Ma poi arriva un attimo in cui un'esplosione assordante ci   avverte che viviamo in luoghi diversi da quelli in cui vorremmo vivere,   che non ci occupiamo delle cose per cui abbiamo attitudine, che   cerchiamo i favori o suscitiamo la collera di persone con cui non   abbiamo nulla in comune, mentre ci manteniamo distanti, sordi e   indifferenti nei confronti delle persone di cui proviamo nostalgia e a   cui siamo legati da un vincolo profondo. Chi non presta ascolto a un   tale avvertimento rischia di vivere una vita goffa e dimezzata, senza   mai essere veramente se stesso. Non è un sogno, e neanche un "sogno a   occhi aperti": è uno strano, rapinoso stato d'animo quello che ci rivela   quali siano i nostri compiti, i nostri obblighi e il nostro destino, e   che cosa, nella nostra vita, appartenga esclusivamente a noi; questi   istanti ci mostrano ciò che vi è di personale nella nostra esistenza,   quello che entro i limiti angusti della condizione umana costituisce   l'essenza specifica dell'individualità. In tali momenti non mi sono mai   attardato a riflettere, ho sempre obbedito al segnale senza la minima   esitazione, con la placidità di un sonnambulo.
Sàndor Màrai-Confessioni di un borghese-Adelphy 
[Report] Officina di giugno 2025
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Nell’ultima stazione del nostro percorso alla ricerca dell’invisibilità, 
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