giovedì 24 giugno 2010

La lampada di Aladino

Mi piace pensare a questo libro, realmente, come ad un lampada appannata, annerita dal tempo, che basta strofinare con un panno perchè riacquisti il suo splendore. Così sono i ricordi contenuti all'interno di queste pagine, le memorie di vita vissuta, le persone e gli avvenimenti che Sepùlveda attraverso il raccontare salva dall'oblio, collocandoli, definitivamente, nell'arco di dodici racconti a metà tra la favola e il diario. Come sempre lo stile è semplice e confidenziale, l'ironia permea l'intero libro, propria di chi ne ha viste tante e sa l'opportunità di non prendersi troppo sul serio. Sembra di ripercorrere le tappe della vita dell'autore, "l'amore e le sue cose" degli inizi e quello dopo, o anche tutti e due insieme (che può capitare che coincidano), l'impegno politico, l'attaccamento alla propria terra e alle proprie origini, la presa di coscienza del proprio posto nel mondo e tra gli uomini, con la conseguente scelta di rispetto per l'uno e per gli altri ad oltranza, la passione per la scrittura e per alcuni scrittori/poeti amati e cari, il sentimento dell'amicizia e l'esperienza della sua perdita. E' commovente l'identificarsi dell'autore con un vecchio albero, rimasto solo, ormai, allo sferzare dei venti della Patagonia.
Spesso gli scrittori, che ammiriamo, tendiamo ad idealizzarli, tanto da restare delusi se poi abbiamo la ventura o sventura, a seconda dei casi, di conoscerli di persona. Io Sepùlveda l'ho incontrato il giorno del suo sessantesimo compleanno, mi aveva emozionato sentirgli raccontare, tra l'altro, del fatto che guardandosi allo specchio ogni mattina si sentisse "appena decente", a dispetto della sua vita tanto speciale e ricca di cose e, per certi versi, addirittura avventurosa. A vederlo di persona dà, davvero, l'idea di un vecchio albero della Patagonia, una quercia dalle radici ampie e solidissime; sono riuscita ad augurargli, credo balbettando, lunga vita e lunga scrittura e lui mi ha ringraziato e regalato un autografo con inchiostro verde, a riprova che è davvero l'albero della Patagonia di cui parla, verde e rigogliosissimo malgrado i venti.


Luis Sepùlveda- La lampada di Aladino- Guanda

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