giovedì 10 giugno 2010

Il peso della farfalla

Nomen omen viene da dire per questo libretto, non pesa nulla eppure è schiacciante e decisivo. Ogni parola è cesellata, scelta con sapienza, pregna, sembra quasi , leggendo, di farsela passare sulla lingua come una caramella, che piano piano, sciogliendosi, rilascia in bocca il suo sapore. Abbiamo a che fare con due solitari, un camoscio e un bracconiere, due esistenze al margine, due vite speculari, giunte quasi alla fine nella coerenza di una propria singolarità. L'uomo a differenza dell'animale non ha armonia, non ha equilibrio, non ha legge; egli è tutto un ribaltare i piani, un mettere in discussione senza pace nè tregua, un costante non abitare il proprio tempo, cercando di piegarlo a questo o quel fine, strumentalizzarlo per questo o quell'obiettivo, destinandosi così alla disperazione per la perdita irrimediabile del presente. L'animale pur nella sua singolarità, invece, sottosta alle leggi della natura e sa il tempo, lo accetta e compie il suo destino, senza tema di sbagliare o di essere ridicolizzato o colpevolizzato, vive così naturalmente. La natura e l'ipotesi di un creatore a sorvegliare sul tutto sono alla base del messaggio che questo racconto vuole dare, fatale è lo svolazzare della farfalla, che con un suo tocco lievissimo deciderà il destino dell'uomo, pareggiando i conti definitivamente tra lui e l'animale. Non si vince nè si perde alla vita, è gia tanto che si finisca zero a zero. Bellissima parabola intrisa di misticismo, frutto di autoanalisi credo e di notevole sensibilità verso la natura, l'universo femminile e la funzione ad esso destinata di uovo (custodia per eccellenza della vita). Davvero bello, lo consiglio.



Erri de Luca- Il peso della farfalla- Feltrinelli

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