martedì 2 marzo 2010

Sentore di primavera

E' una bella giornata di marzo ed è un piacere starsene seduti fuori sul ponte a guardare i turisti con le loro macchinette fotografiche tutti entusiasti della Statua della Libertà, del lungo tratto del fiume Hudson che ci si para davanti e del panorama di Manhattan che avanza adagio verso di noi. L'acqua è tutta increspata di bianco e nella brezza che tira dai Narrows c'è un sentore tiepido di primavera. Ah, che bello, e quanto mi piacerebbe stare lassù sul ponte a guidare questo vecchio traghetto avanti e indietro, avanti e indietro fra i rimorchiatori, le chiatte, i piroscafi da carico e le navi di linea che gonfiano il porto di onde lunghe sciabordanti contro il ponte fitto di automobili.
Quella sì che sarebbe una bella vita, molto più comoda che non trovarsi di fronte ogni giorno decine di adolescenti con le loro gomitatine, le loro risatine e le loro strizzatine d'occhio segrete, le loro proteste e obiezioni, e quel modo che hanno di ignorarmi come se facessi parte della tappezzeria. Mi passa davanti agli occhi il ricordo di una mattina alla New York University e una faccia che mi dice: Non è che sei un pò paranoico?
Paranoico. All' epoca la parola me la sono andata a cercare sul vocabolario. Se un giorno in aula un ragazzo dirà qualcosa sottovoce a un altro e tutti e due si metteranno a ridere penserò che stiano ridendo di me? Le mie classi si metteranno in mensa a rifarmi il verso e a prendermi in giro per gli occhi rossi? So che la risposta è sì perché anche noialtri alla Leamy facevamo così ma se continuo a preoccuparmi di queste cose tanto vale mi rinchiuda per sempre nella sezione prestiti della Manufacturer's Trust Company.
E' questo che mi aspetta d'ora in poi per tutta la vita?




Frank McCourt-Che paese, l'America-Adelphy

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